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UN SILENZIO ASSORDANTE...

Nel centro di Tricase, a pochi metri da Piazza Pisanelli, c’è un luogo dove ancora risuonano le grida, i gemiti dei bambini che le famiglie affidavano alle cure attente delle Suore d’Ivrea.
La Scuola Materna Tommaso Caputo nasce per effetto di tre donazioni, risalenti agli anni trenta, ad opera del dott. Gustavo Caputo, dell’avv. Domenico Caputo e delle sorelle Daponte, che lasciano al Comune di Tricase, rispettivamente, l’immobile e cospicue somme di denaro. Da qui in poi, la storia della Scuola Materna conosce la gioia dei bambini, le corse sfrenate nei corridoi e le preghiere nella cappellina; sino al 2008 quando le grida si perdono e cala l’assordante silenzio di una storia cupa e fumosa.
In quell’anno il consiglio di amministrazione dell’IPAB “Scuola Materna T. Caputo” delibera di volersi trasformare in Associazione di diritto privato. Poi nel 2009 il ricorso da parte della precedente Amministrazione Comunale e la sentenza del TAR di Lecce che boccia quella trasformazione <perché ha trascurato il ruolo del Comune e della collettività di riferimento dei servizi>.
Nel 2010 la Giunta Regionale nomina un Commissario Straordinario per garantire la continuità didattica all'anno scolastico 2009-2010 e per assicurare la gestione dell’Ente.
Nel giugno del 2012, il Commissario Straordinario della Scuola Materna adotta l’Atto Costitutivo e lo Statuto della istituenda Fondazione di partecipazione.
Questa volta, a differenza della precedente, si chiede il parere del Comune e della collettività di riferimento, ma a rispondere è solo il Sindaco senza coinvolgere il Consiglio.
Allo spirare del mese scorso, la minoranza viene per caso a conoscenza del carteggio e, nell’ultima assise consiliare, solleva la questione dell’opportunità di un dibattito pubblico e di una riunione monotematica, data la valenza storico-culturale-sociale della Scuola Materna T.Caputo, ed interroga il Sindaco sulla volontà, manifestata in Regione ed in una sua nota al Commissario, di “rendere relativamente più importante il ruolo dei vecchi soci”. L’interrogativo è secco: perché l’interesse pubblico è quello di “rendere relativamente più importante il ruolo dei vecchi soci”? 
Ecco l'interrogazione consiliare per esteso:
http://www.nunziodellabate.it/pdf/23nov/interrogazione_scuola_materna_caputo.pdf
Il Sindaco sceglie di non rispondere alla minoranza riservandosi di farlo per iscritto, nonostante l’interrogazione sia inserita al primo punto dell’ordine del giorno del Consiglio e quindi da trattarsi necessariamente nella sede istituzionale; tant'è sulla violazione regolamentare viene sensibilizzato il Presidente del Consiglio:  
http://www.nunziodellabate.it/pdf/6dic/lettera_presidente_interrogazione_scuola.pdf
Il 3 dicembre giunge una nota dalla Regione, in cui si definiscono: <incomprensibili le modifiche che appaiono chiaramente squilibranti rispetto ad una razionale gestione di un Ente che da pubblico diviene privato, che consegnano ad un gruppo minoritario di soci il diritto ad esercitare l’elettorato passivo per la carica di Presidente della Fondazione. A ciò si aggiunga come sia inibito ad eventuali nuovi soci l’esercizio dei diritti statutari per ben tre anni, determinando una anomala “golden share” in capo ai vecchi soci dell’Ipab. Si compie una doppia discriminazione, una nei confronti dei componenti del C.d.A. di nomina pubblica i quali sono inopinatamente esclusi dal diritto all’elettorato passivo, l’altro nei confronti dei nuovi soci semplici, linfa vitale per la Fondazione, i quali non possono prima di tre anni esercitare le facoltà loro previste dallo Statuto>. Ecco la nota per esteso:
http://www.nunziodellabate.it/pdf/6dic/nota_regione_scuola_Caputo.pdf
Forse è il caso di mettere subito in pratica il primo punto delle linee programmatiche della nuova Amministrazione: La Partecipazione e le Reti di Partecipazione collettiva, magari promuovendo un incontro pubblico -sarebbe emozionante se all’interno della stessa Scuola Materna- per recepire le aspettative dei cittadini da una struttura che per decenni è stata di riferimento per l’intera Città e non solo.
Aveva proprio ragione il Consigliere Carmine Zocco, nella seduta dell’8.3.10 in cui la passata assise consiliare si pronunziava negativamente sulla trasformazione della Scuola Materna T.Caputo in associazione privata, allorchè rammentava: <io, se ci sono interessi privati o pubblici da far prevalere, il pubblico viene sempre prima. Il Consiglio è sempre e comunque conferente; dove, se non nell’assemblea più rappresentativa, si possono prendere decisioni o dibattere sul futuro di alcune questioni della nostra comunità?>.
Intanto, in tutto questo trambusto, che fine fanno i bambini? Per ora sappiamo che fine hanno fatto le Suore d’Ivrea: non ci sono più. Hanno lasciato la struttura ed il loro compito educativo. Eppure mi sembra ancora di vederle in ansia, mentre io corro su e giù per il giardino dell’asilo Tommaso Caputo…

Pubblicata il 08 dicembre 2012
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