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Intervento sul Volantino di questa settimana:

Caro Direttore,

il Tuo imperativo “intervenite” non lasciava scampo ed eccomi qua a confrontarmi sul “muretto del pianto” di Tricase Porto. 

Di primo acchito mi vien da chiedere se sia questa la priorità della nostra graziosa marina nella prospettiva di un suo rilancio economico ed occupazionale. Oppure i parcheggi, la viabilità, i collegamenti, lo stato del manto stradale, la pulizia, gli stabilimenti balneari e i servizi in genere, da quelli ricettivi a quelli di prima necessità.

Ma visto che sul “banco degli imputati” c’è il muretto, esaminiamo il verdetto: buttarlo a terra e sostituirlo con una ringhiera in acciaio inox.

Senz’altro farà pendant con quella che imprigiona la Quercia Vallonea. Ma sarà funzionale?

Di certo non al concetto di agorà, di luogo di incontro, di permanenza e di aggregazione. Non ci sarà più possibilità -ma neppure senso e predisposizione- per fermarsi e intrattenersi a lungo.

Diverrà un luogo di passaggio, magari comodamente in auto, come una litoranea che appaga il solo senso visivo, ma neppure tanto nel contesto generale. Tra muro dei muraglioni, muro di punta cannone e muretto che prosegue verso la rotonda da una parte e verso Castro dall’altra, che c’azzecca la ringhiera?

Mi dà già l’idea del brullo, del nudo e del poco conviviale.

Se vuoi la mia Direttore, io sarei andato nel senso opposto e cioè ad accentuare la caratteristica di piazza.

Inibito il traffico nel tratto di strada del muretto, delimitata l’area pedonale da essenze arboree in vaso, ripensata l’area sovrastante magari prevedendo la fruibilità delle terrazze degli esercizi commerciali e una migliore dislocazione degli spazi esterni, recuperato e utilizzato lo spiazzo ove è situata la vecchia cabina telecom. E tanto altro sicuramente sovviene pensandoci meglio ed avendo ben chiaro il tratto identitario che si vuol imprimere al luogo.

Certo tutto questo confrontarsi avrebbe avuto un’utilità a tempo debito. E sì, oramai la condanna è definitiva e il muretto è di troppo. 

Non ci rimarrà che piangerlo in piedi …