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BUONE PRASSI (pubblicato su "Il Volantino")

Una gestione sostenibile, dal punto di vista ambientale ed economico, dei rifiuti caratterizza l’azione politico-amministrativa di ogni Comune.
Spingere sulla riduzione del conferimento in discarica della frazione organica, che costituisce circa il 40% dei rifiuti solidi urbani, passa attraverso una capillare rete informativa e formativa ma soprattutto incentivando l’autocompostaggio, la buona prassi di trasformare lo scarto umido in utile concime naturale (compost).
Diversi Comuni hanno istituito l’Albo comunale degli Autocompostatori e garantito notevoli sgravi sulla TARI agli iscritti, organizzato corsi di apprendimento della tecnica e sottoscritto protocolli d’intesa con gli istituti scolastici per veicolare fra i ragazzi il messaggio di un approccio responsabile e sostenibile ai rifiuti che si producono in famiglia.
Altri Comuni hanno attinto a finanziamenti regionali per distribuire gratuitamente compostiere agli utenti domestici e non.
Altri ancora hanno stretto accordi con agricoltori e cooperative per trattare e consumare in loco il rifiuto umido e vegetale, consentendo così anche agli utenti, che non hanno la disponibilità di spazi verdi o il tempo necessario, di praticare il compostaggio e di trarne i benefici economici.
Alcune Amministrazioni hanno fatto installare, nei punti più frequentati e a costo zero, degli eco-compattatori per la raccolta differenziata dei rifiuti da imballaggi in plastica e alluminio nei quali i cittadini possono conferire bottiglie, lattine e altri materiali del genere e ricevere dei punti/bollini con valenza di buoni sconto spendibili in esercizi commerciali convenzionati o di ricevuta di pagamento del parcheggio.
Altri Comuni hanno promosso dei centri per il riutilizzo, il riciclaggio e addirittura la riprogettazione del rifiuto.
Altri, ancora più virtuosi, hanno introdotto dei sistemi di tariffazione puntuale in base ai quali l’utente paga ciò che produce e che non è altrimenti riciclabile.
Buone prassi sicuramente da imitare che partono dalla considerazione del rifiuto come risorsa e non come problema.

 


Pubblicata il 08 maggio 2015
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