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Rispettare la libertà di espressione (pubblicato su il Quotidiano di oggi)

Non me ne vogliano il Sindaco di Lecce e il Direttore del Quotidiano, ma il loro botta e risposta dei giorni scorsi mi induce quasi di getto a esternare alcune riflessioni che rimugino da tempo.
Premetto la stima per entrambi, il primo per la sua caparbietà nella competizione per Lecce Capitale Europea della Cultura e il secondo perchè da non salentino dimostra “Quotidianamente” di amare la nostra terra.  
Ma entrambi, pur nella accesa rivendicazione dei rispettivi ruoli, hanno toccato il nervo scoperto della libertà di espressione che da noi al sud, più che altrove, è fortemente inquinata da quella forma mentis che ci porta a trattenere la parola rispetto al pensiero.    Di tanto, sebbene in maniera larvata, ho avuto impressione nello svolgimento della mia ordinaria attività professionale, me ne sono convinto del tutto nel corso della mia attuale esperienza politico-amministrativa.
Quando sono costantemente investito in forma privata delle più disparate segnalazioni, disagi o semplici proposte sull’azione amministrativa da parte di cittadini, associazioni e operatori commerciali, la domanda mi viene spontanea: “ma perché non lo dite voi?”. La risposta è pressoché identica: “ho una attività commerciale, non vorrei espormi”,  “sono in cerca di lavoro, mi verrebbero chiuse le porte”, “tu sei dentro, io sono fuori e non posso compromettermi”. 
Quando poi vado a segnalare, manifestare o proporre, l’affanno corre sul filo “di chi e perché lo sta dicendo”, piuttosto che “di cosa sta dicendo”.
E infine quando pubblicamente ricevo strali per aver segnalato, manifestato e proposto e privatamente elogi per aver osato, comprendo che il cerchio è chiuso e spezzarlo è un’impresa.
Il condizionamento è talmente forte che non si percepisce più il senso di appartenenza ad una Comunità, la res publica come Bene Comune dove ognuno fa la sua parte secondo le proprie capacità e attitudini, con bravi e meno bravi, ma senza vincitori e vinti perché l’obiettivo è Comune.
L’azione amministrativa che parta da una sorta di libero brainstorming fra tutti i partner, ognuno nel proprio ruolo -giornalisti compresi-, ma senza riserve e pregiudizi.
Il cittadino che si senta protagonista nella parola, quanto nel pensiero. E il politico che si senta fortemente coadiuvato e benevolmente attenzionato nella sua azione amministrativa, mai sotto accusa per una condanna che equivarrebbe alla sconfitta del Bene Comune. Mai messo a nudo dalla stampa, anzi amplificato dalla “bellezza” della sensazione di coinvolgere la parola e il pensiero di quanti più cittadini/partner possibili.
Nel frattempo che una rivoluzione culturale di tal genere prenda piede, faccio il tifo per entrambi, per il Sindaco di Lecce perché forte del brand Salento costruisca una Città a misura di turista e per il Direttore del Quotidiano perché non smetta di amare la nostra terra! 

Pubblicata il 03 settembre 2015
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