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PALAZZO COMI E CIRCOLO CITTADINO: TUTTO DA RIFARE?

Ho protocollato in Provincia, assieme ai colleghi di minoranza Gaetani e Signore, la seguente interrogazione consiliare per far luce su un bando partorito male e proseguito peggio. 
E siam giunti, mi sa, al capolinea!
Ora come si concilia l'interesse delle ditte, che hanno concorso soprattutto in ragione della possibilità, concessa dal disciplinare di gara, di insediarvi un’attività economicamente produttiva qual è quella di ristorazione, con le stringenti prescrizioni della Soprintendenza: “non si ritiene ammissibile l’attività di ristorazione poiché comporterebbe degli adeguamenti dell’immobile non compatibili con le esigenze di tutela”? 
Ma soprattutto perché la Provincia non ha sondato gli Enti, preposti alla tutela e vigilanza dei beni culturali, prima di dar corso alla procedura di assegnazione a terzi di Palazzo Comi e Circolo Cittadino? 
Molteplici sono le ragioni -vuoi pure per il contenzioso che potrebbe derivarne- che dovrebbero suggerire al Presidente Gabellone di disporre la revoca di tutto il procedimento. 
Va comunque dato merito al Comitato pro Palazzo Comi che non ha mai smesso di attenzionare tutte le forze politico-istituzionali e di vigilanza sulla opportunità e regolarità del bando, che ora va a mettere in forse anche lo stesso Circolo Cittadino di Lecce.

 

I sottoscritti Consiglieri provinciali,

PREMESSO CHE:

-in data 3.10.14 la Provincia di Lecce, in esecuzione della delibera del Consiglio Provinciale n.32 del 9.6.14 <Concessione di valorizzazione e utilizzazione ai fini economici di porzioni dei complessi architettonici “Circolo Cittadino” di Lecce e “Palazzo Comi” di Lucugnano> e dell’atto del Responsabile del Servizio n.158 del 28.8.14 <Determinazione a contrarre>, pubblicava il bando di gara per l’affidamento a terzi della concessione di servizi per la valorizzazione e la gestione trentennale dei due immobili;

-tra le attività, consentite al concessionario dal “Disciplinare dei patti e delle condizioni”, veniva indicata anche la “ristorazione/caffetteria;

-entro il termine stabilito, giungevano n° 4 manifestazioni d’interesse, tutte ammesse alla fase successiva;

-in data 23.6.15, le ditte venivano invitate a presentare l’offerta progettuale vincolante;

-solo due ditte protocollavano, nei termini, l’offerta;

-con determinazione dirigenziale n.206 del 2.11.15 veniva nominata la Commissione giudicatrice per l’esame delle offerte pervenute;

-solo in data 7.10.15 con nota prot.n.60743, la Provincia di Lecce richiedeva, alla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Puglia nonché alla Soprintendenza per i  Beni Architettonici e Paesaggistici per le Province di Lecce Brindisi Taranto, l’autorizzazione alla concessione degli immobili in argomento, dichiarati di interesse culturale con D.D.R. del 19.12.07 e ai sensi della L.1089/39;

-entrambi gli Enti richiesti, pur autorizzando la concessione dei suddetti plessi architettonici, dettavano diverse prescrizioni stringenti tra le quali in particolare: “non si ritiene ammissibile l’attività di ristorazione poiché comporterebbe degli adeguamenti dell’immobile non compatibili con le esigenze di tutela;

-si ritiene plausibile che le ditte abbiano concorso soprattutto in ragione della possibilità di insediarvi un’attività economicamente produttiva di ristorazione o equipollente;

CHIEDONO DI SAPERE

  1. per quale motivo la richiesta di autorizzazione alla concessione degli immobili in argomento, dichiarati di interesse culturale con D.D.R. del 19.12.07 e ai sensi della L. 1089/39, non sia stata avanzata, agli Enti preposti alla vigilanza e tutela dei beni culturali, prima di dare avvio alla procedura di assegnazione a terzi;

  2. quali iniziative la S.V. intenda assumere per risolvere la profonda discrasia tra le attività consentite dal disciplinare di gara, in virtù del quale le proposte progettuali sono state formulate, e le stringenti condizioni/prescrizioni dettate dal MIBACT e dalla Soprintendenza;

  3. se la S.V. non ritenga opportuno, a questo punto, revocare in autotutela l’intero procedimento per evitare contenziosi sia con i concorrenti che con gli Enti preposti alla tutela e vigilanza del patrimonio culturale che si vorrebbe dare in concessione.

Con osservanza

I CONSIGLIERI

Nunzio Dell’Abate

Mauro Gaetani

Sergio Signore

                  

 

 

Pubblicata il 06 dicembre 2015
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