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IL PRESIDENTE GABELLONE SE NE FACCIA UNA RAGIONE

Ora gliel’ha detto pure e pacatamente il Sottosegretario al Mibact Antimo Cesaro: “La provincia non ha più competenza sui beni culturali. Può piacere o non piacere, ma il dato normativo è questo” e altrettanto pacatamente gli ha detto di dialogare con la Regione, altrimenti il Governo è pronto a un “intervento di supplenza”.
Interrompi la sua folle corsa verso il baratro, il Presidente Gabellone, e si preoccupi piuttosto che la Provincia ha sforato di venti milioni di euro il patto di stabilità e ha emergenze nelle funzioni fondamentali che le sono rimaste, a cominciare dalla gestione delle strade provinciali, che languono dal punto di vista della sicurezza e del decoro ambientale, per finire agli istituti scolastici in continua allerta per i disservizi e le carenze strutturali.
Stessa cosa per il dissennato bando sull’affidamento trentennale a privati di Palazzo Comi. Ormai Gabellone prende colpi da tutte le parti, ma bisogna dire che se le cerca.
L’altro ieri gli ha scritto, con una nota che non lascia scampo, la Soprintendenza di Bari, la quale oltre a ribadirgli che il bando non prevede alcuna tutela per l’ingente patrimonio culturale e librario custodito nel palazzo, gli ha rammentato che sia tale patrimonio che i beni che lo contengono non sono più di sua competenza. 
Annulli subito la procedura di gara, il bando lo consente già a discrezione della Provincia, a maggior ragione in forza della normativa esistente e sopravvenuta, e si metta a disposizione degli enti preposti. Solo così metterà ordine al subbuglio istituzionale e territoriale che ne è derivato.
Gabellone deve comprendere che i beni non se li portano certo a Bari o a Roma, ma restano al loro posto con il valore aggiunto di essere dotati delle risorse, mezzi e personale adeguato.    

 

 

Pubblicata il 26 maggio 2016
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