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VIA IL COMUNE DA PALAZZO GALLONE (pubblicato su Il Volantino)

Immaginiamo Palazzo Gallone svuotato degli uffici comunali e riconvertito a grande contenitore culturale e commerciale, fruibile per l’intero arco della giornata e per tutto l’anno.
I locali a piano terra adibiti alle più varie e tipiche attività enogastronomiche, artigianali, musicali e d’intrattenimento, aperte sino a sera tardi. I rispettivi spazi esterni di pertinenza arredati in maniera integrata fra di loro con strutture in legno, essenze arboree in vaso ed illuminazione adeguata. Il chiostro interno servito da entrambi gli accessi ed utilizzato in modo promiscuo dai gestori dei locali, anche per iniziative a tema. 
I locali al piano rialzato, divisi dal lungo corridoio sino all’ufficio protocollo, una sorta di galleria con la tipologia più confacente di esercizi commerciali. L’altra ala del piano rialzato, quella costituita dal grande androne e dagli uffici ragioneria, adibita a sala cerimonia, congressi, manifestazioni private a pagamento e la restante, quella più piccola ed interna costituita dagli uffici tributi con accesso indipendente da piazza pisanelli, a sede delle associazioni cittadine.
Tutto il primo piano, invece, resterebbe il centro culturale, museale e storico della Città, ed anche di rappresentanza con una sala dedicata allo svolgimento dei Consigli Comunali e degli incontri istituzionali.
Infine il secondo piano, di modeste dimensioni ma con una vista mozzafiato sulla città, diverrebbe un ambiente virtuale, narrante la storia della nostra terra.
Una tale rifunzionalizzazione di Palazzo Gallone farebbe da cuore pulsante per l’intero centro storico e da rilancio per l’economia e l’occupazione giovanile.
A quel punto dovrebbe immaginarsi una Piazza Pisanelli completamente a raso, senza cordoli e marciapiedi, rivista nelle alberature e nell’arredo per preservare la visuale e da inibire alla circolazione viaria.
Se poi, con la stessa predisposizione, immaginiamo l’ex Convento dei Domenicani, sede degli uffici tecnici comunali, e piazza Don Tonino Bello, la fattibilità prende il sopravvento.
Proviamo a verificarla.
Intanto agli aggiudicatari dei vari locali ed ambienti comunali si potrebbero richiedere le opere strutturali di adeguamento e la manutenzione, anziché il canone. Così come si potrebbero concedere spazi pubblicitari a pagamento e prevedere un sia pur proporzionato biglietto d’ingresso per mostre, visite e manifestazioni. Nel contempo si risparmierebbero gli ingenti costi di gestione di un castello assolutamente inadeguato quale sede comunale.
Ma dove spostare Comune e GAL e con quali risorse?
Il primo magari collegandolo con gli uffici della Polizia Locale e dei Servizi Sociali in modo da realizzare, con l’attigua biblioteca comunale, una vera e propria Cittadella dei Servizi al Cittadino. Un project financing, che sfrutti parte dei terreni circostanti l’ex ACAIT, potrebbe essere la soluzione giusta ed indolore per le casse comunali.
Il GAL, invece, riprendendo una vecchia idea progettuale, potrebbe utilizzare i locali antistanti dell’ex tabacchificio che si affacciano sulla Piazzetta ai Caduti, con riqualificazione a suo carico previo scomputo dei costi sul canone annuo.
Ma potrebbero esserci tante altre ipotesi, visto il patrimonio comunale a disposizione.
Dall’immaginazione alla realtà il passo è breve, se c’è la volontà!

 

 

Pubblicata il 18 febbraio 2017
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