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IL DIALOGO COSTRUTTIVO PAGA SEMPRE

Nei giorni scorsi e nella veste di rappresentante provinciale sono stato interessato da diversi genitori in merito al consistente afflusso di utenza presso il “Dispensario” di Tricase per la somministrazione dei vaccini.

In primo luogo avverto il dovere istituzionale di ringraziare la Dott.ssa Giuseppina Turco, direttrice del Servizio Igiene e Sanità Pubblica Area Sud con sede in Maglie, il Dr. Fernando Monteduro, dirigente medico del S.I.S.P. operante anche presso la sede vaccinale di Tricase, ed i suoi collaboratori infermieri professionali Noemi Vergari e Salvatore Elia per l’assoluta disponibilità ed accoglienza manifestate e, non da meno, per la professionalità ed umanità scaturite.  

La dirigente, nella ricca conversazione intercorsa, ha premesso che l’Azienda Sanitaria ha mantenuto la sede vaccinale a Tricase, nonostante la sede periferica del Dipartimento sia a Gagliano del Capo, proprio per venire incontro ai cittadini di Tricase, Tiggiano, Montesano, Miggiano e Specchia. La direzione ha quindi tutta la volontà di preservare i servizi erogati nella struttura di Tricase.

La Dott.ssa ha poi illustrato che il servizio non è mai stato sospeso, neppure nel clou della pandemia, in quanto le vaccinazioni hanno una tempistica precisa di somministrazione rispetto agli anni di vita del bimbo, pena la sua inefficacia e di conseguenza il rischio di esposizione ad agenti infettivi.

E’ accaduto che nel mese di marzo, su circa una trentina di prenotazioni giornaliere, si sono presentati solamente fra i cinque ed i dieci genitori; mentre nel mese scorso più della metà delle vaccinazioni effettuate non erano in programma, in quanto quelle famiglie che avevano saltato l’appuntamento precedente si sono presentate senza preavviso. Ora proprio per salvaguardare il diritto della salute dei neonati sono state ugualmente accettate. Venerdì 28 aprile, ha precisato a titolo di esempio la dirigente, su 19 in previsione le vaccinazioni effettive sono state 70, 52 la mattina dalle 8 alle 14 e 18 il pomeriggio dalle 15 alle 17.30.

Visti i numeri e per assorbire il pregresso, l’orario di accoglimento è stato prolungato dalle 11 alle 13.30, con inizio alle 8 di mattina, ed è stata impiegata un’unità di personale in più per scaglionare gli ingressi alla struttura (non più di due/tre per volta) e controllare la temperatura corporea. Gli appuntamenti vengono pianificati in modo che in un’ora si effettuino dalle cinque alle sei vaccinazioni, dando a ciascun utente un orario preciso intervallato fra i dieci/quindici minuti.

Infine la dirigente mi ha fatto contattare dal personale sanitario preposto alle vaccinazioni che mi ha accolto in struttura offrendo la piena disponibilità a recepire qualsivoglia accorgimento.

Debbo dire che gli spazi a disposizione per l’attesa sono abbastanza ampi, oltre ad un lungo corridoio vi è anche una stanza dedicata; una cartellonistica indica chiaramente le modalità di accesso ed un segnaposto consente di prendere il numerino di prenotazione, sebbene -mi han spiegato- rispettando l’orario di appuntamento non vi sarebbe necessità. Mi son permesso di suggerire di eliminare un po' di sedute e di distanziare le restanti, nonché di installare una serratura a scatto al portoncino di ingresso in modo da aprire volta per volta, evitando di ricorrere alla fisicità del dipendente preposto. Poi tutto il resto è lasciato ovviamente al buon senso dell’utenza. 

Il Dr. Monteduro, un po' provato dal sovraccarico inatteso degli ultimi quindici giorni ma motivato da una forte carica passionale, mi ha confermato che il peggio è passato e che si sta per entrare nel range ordinario; nella mattinata di martedì scorso 36 sono stati spalmati in cinque ore e mezza e nel pomeriggio 12 in due ore. Ci teneva ad offrirmi il caffè, ma ho declinato pensando che avessi abusato sin troppo della loro cortesia.

Andando via riflettevo che in tempo di Covid sono dei veri eroi i medici e tutto il personale sanitario in prima linea che a repentaglio della propria salvano tante vite umane, ma non vanno trascurati tutti gli altri che con mille difficoltà continuano ad erogare i servizi ordinari a presidio del diritto alla salute. Questa pandemia ci ha fatto rivalutare un capitale umano di cui forse sconoscevamo valenza ed umanità.

Pubblicata il 07 maggio 2020
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