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CI VORREBBE UN MATTARELLA (pubblicato su Il Volantino))

All’indomani della caduta del governo Chiuri, proprio da questa testata, invitavamo tutti coloro che avevano responsabilità politico-amministrativa di prima linea a stringere un patto di ferro, quanto più allargato possibile, nella consapevolezza della ricostruzione del tessuto socio-economico della città.
Ovviamente andavano accantonati veti incrociati ed autoreferenzialità anche per ravvivare i corpi intermedi (attività produttive, associazioni, scuole, parrocchie ecc.) e recuperare quel sentimento prevalente di comunità solidale e lavorante.
In un momento storico di post lockdown, equiparabile per certi versi a quello post bellico, in cui si era proiettati alla ripartenza con tutto il timore di una seconda ondata pandemica, rivelatasi poi dalle nostre parti devastante con varianti annesse, era imprescindibile fare sintesi ed in fretta. Una eccessiva parcellizzazione delle proposte avrebbe inevitabilmente condotto a logoranti diatribe ed acuito i distinguo anche nel futuro governo della città.
Certamente era impensabile una candidatura cittadina unica, specie con la contaminazione della concomitante competizione regionale, ma il campo del centro sinistra locale è proprio andato nella direzione opposta.
Avremmo voluto sbagliarci, ma gli eventi -ahinoi- non lo smentiscono. Le asfissianti discussioni in Consiglio, in Commissione e sui mass media sulla revoca della cittadinanza onoraria a Mussolini, sulla tipologia delle fioriere collocate ai lati delle strade del centro, sui componenti dello staff del sindaco, sul numero degli assessori e su altre questioni similari saranno senz’altro comprensibili -magari pure doverose- in tempi di ordinaria amministrazione, ma si rivelano oggi anacronistiche, irrigidiscono ancor più le posizioni consiliari, ma soprattutto allontanano quei corpi intermedi e demoralizzano la comunità alle prese con esigenze vitali, compromesse da un orizzonte ancora grigio.
Sia chiaro, le differenze, le sensibilità, le ideologie, financo i dettagli costituiscono il sale della democrazia, ma ora serve condivisione unitaria ed azione rapida; ci sarà modo e tempo per duellare a singolar tenzone. Diversamente, vi è il serio rischio di litigare e di impatanarsi nella scelta dell’impiego delle risorse che ci saranno assegnate per la ripresa del paese e non ce lo possiamo permettere, ogni giorno di ritardo è vitale.
Intanto siamo ancora nel vortice dell’emergenza sanitaria ed in questi giorni poi con il terremoto del mondo scolastico. Ecco a tal proposito sarebbe il caso di mettere in piedi, tutti assieme, con la supervisione del personale docente e la collaborazione delle parrocchie e delle associazioni di volontariato, un piano di accompagnamento ed assistenza, anche in termini di servizi; c’è troppo sbandamento ed in taluni casi anche contraccolpi di natura psicologica.
Non è mai troppo tardi per riflettere e cambiar percorso, siamo fiduciosi. All’occorrenza un webinar con Mattarella potrebbe essere risolutivo…

 

 

Pubblicata il 26 febbraio 2021
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